Lo dico dal 2006 che Filippo Penati faceva cose losche, assieme ai suoi grigi compari Vimercati, Princiotta, Saporito, Maggi & C. Fu inopinatamente assolto e me ne dissero di ogni per averlo accusato, ma i numeri non mentono: se paghi 9 un bene costato 2 e valutato 5 qualcosa non va. La Corte dei Conti ribalta l’assoluzione in appello e condanna la banda dei sestesi a risarcire 44,5 milioni di euro.
“La Corte dei conti ribalta in appello le assoluzioni con le quali il 16 aprile del 2015 si chiuse il processo di primo grado per l’acquisto nel 2005 da parte della Provincia di Milano del 15% delle azioni della Milano Milano-Serravalle dal gruppo Gavio. L’ex presidente Ds della Provincia Filippo Penati e di altre 11 persone sono state condannate a risarcire in danno di 44,5 milioni di euro. Oltre a Penati che risponde di un danno pari a 19,8 milioni, in appello sono stati condannati coloro che all’epoca dei fatti erano il segretario generale della Provincia di Milano Antonio Princiotta (14,8 milioni), il capo di gabinetto Giordano Vimercati e il il direttore generale Giancarlo Saporito (che insieme dovranno pagare 4,9 milioni) stessa somma di cui rispondono, tutti insieme, altri otto «convenuti». Secondo la Procura della Corte dei conti della Lombardia, nell’operazione che permise alla Provincia di raggiungere il controllo della società, il valore delle azioni era stato sopravvalutato causando così un danno allo stesso ente pubblico che variava da 35,3 a 97,4 milioni e che per il Comune ammontava a 21,8 milioni.” (Corriere della Sera).
In sintesi: Penati, Vimercati, Princiotta, Saporito, Maggi & C si sono arricchiti a spese nostre, se la sono goduta, hanno foraggiato schiere di famigli, ma oggi è finalmente tutto chiaro e i “sestesi” devono risarcire 44,5 milioni di euro. Comiche le sue spiegazioni sul mio blog all’epoca. E ho il piacere di sottolineare come ci avessi visto giusto ai tempi dell’assoluzione. Lo scrisse perfino Bruno Vespa.
PS: nessuno ci credeva allora, ma il disastro della nostra sinistra cominciò proprio nella Provincia di Milano, con la benedizione dei maggiorenti, primo tra tutti quel brav’uomo di Pierluigi Bersani, che non poteva non sapere.